giovedì 5 giugno 2008

Una fiaba è sempre la miglior cura per l'insonnia.

C'era una volta una giovane maldestra.
Immaginatevi una piccola donna con due grandi occhi colorati con pupille troppo dilatate vestita in modo stravagante.Un giorno la giovane maldestra trovò sui binari una bella matita nera e scintillante.Si distese sul cemento grigio e sullo stridore delle rotaie di quei treni e iniziò a disegnare.Disegnò un piccolo giovane maldestro con la faccia buffa.Lo aveva fatto tutto vestito di nero che di colori lei non ne aveva.Ma del vino rosso ne aveva sempre un pò,e con quello gli colorò le labbra.E da quel cemento di quella stazione il suo disegno cominciò a camminare.Gli infilò un piccolo fiore nella tasca della giacca e sussurrò:
"Tu sarai il mio piccolo principe distorto.Io sarò per sempre tua."

Da quel giorno la giovane maldestra e il suo piccolo principe se ne stavano davanti a quei binari a guardare tutti i treni che passavano veloci,i passanti,i passeggeri,i musicisti,gli alcolisti,i pazzi,i venditori venuti da terre lontane,i vagabondi e i cuori infranti.loro due,sempre insieme.E non potete immaginare unione più felice.Poi i segni delicati e disarmonici del suo scarabocchio iniziarono a sbiadire,e lei ricalcò così tanto sul profilo del suo piccolo principe distorto che iniziò a piovere.
La pioggia bagnò la carta,la carta iniziò a sciogliersi sul binario del loro amore a senso unico,la grafite sbiadì fino a scomparire finchè del Piccolo Principe Distorto non rimase che quel piccolo fiore,ormai fradicia e ,che lei gli aveva regalato.

La giovane maldestra pianse mille giorni e mille notti.E tutte le stelle la guardavano consumarsi tra le lacrime.I vecchi libri le accarezzavano i capelli ma non aveva più voglia di leggere,i colori le stringevano le spalle ma non aveva più voglia di dipingere,le corde della chitarra le sussurravano all'orecchio ma non aveva voglia di suonare.
Le strade le parlavano,ma non sentiva cosa dicevano.

La piccola maldestra trovò sui binari una piccola gomma bianca.
La prese fra le dita.

Iniziò a cancellarsi.

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